| | | |
| | | |
15-12-2005 -Le inchieste de "Il Vascello"
Giampiero Fiorani - Mario Maestroni, il matrimonio è fatto. Il Maestroni diventa presidente della Popolare Cremona venduta a Lodi. La BPC che nei giorni di bufera definirà "la cosa a se stante". Ma in questa foto sono ancora giorni belli e a quanto pare senza nubi. La Fabi esulta, Amadei se n'è andato. Ma lo aspetta un incarico - toh - proprio all'interno del gruppo BPL. le poltrone sono doviziosamente distribuite tra gli attori dell'operazione, in primis Mario Maestroni. Il consiglio è composto da persone fedeli, già impareggiabili attori di altri tramonti cremonesi: Franco Maria Stanga, Amedeo Viciguerra (per non dire di quel topolone che risponde a Giuseppe Grassano e di Giovanni Vismara, che interessa da vicino il palazzo milanese). Gli amministratori, li elenchiamo per i posteri, sono carlo Paolo Beltrami, Emiliano Carlo Bosisio, Gennaro d'Amico, Maurizio D'Apolito, Giovanni Gagliardi, Valter Galbignani, Giuseppe Ghisani, Giuseppe Mainardi, Sergio Margotti, Giulio Giovanni Mondini, Pietro Mondini, Ettore p<almiro Pedroni, Giacomo Spedini e persino un ex direttore della Banca d'Italia, Franco Vinci. Resta fuori a sorpresa Lonardi, ma per lui c'è pronta una sedia a latere. Tutti all'insegna: "Dio me l'ha data e guai a chi me la tocca". Rapidissime le carriere dei sostenitori dell'operazione all'interno della banca, qualificatisi come rappresentanti dei dipendenti e ben spesi nell'orientare il voto in assemblea. Poi comincia la vicenda Antonveneta. Fiorani cerca di ramazzare soldi dove può e soprattutto dove non può, l'affarone si allarga. Per favorire quest'operazione, che fa l'ineffabile Enrico Pirondini, grande nemico della sinistra nei suoi fondi domenicali? Appoggia persino l'operazione dell'Unipol, di cui tutti ben sanno le simpatie e la natura. Ma chi ha orecchie per intende, intenda. Ed ecco il bel regalo a Fiorani nel "fondo" di Enrico Pirondini che il 7 agosto scrive: "" L'italianità. Spiacerà a lorsignori ma io continuo a fare il tifo per il mio Paese. Non mi va che gli zoccolini di Amsterdam con solo il 30 per cento, diventino i gestori di una nostra banca. Alla stessa guisa, tifando i valori nazionali (annullati da Prodi e dai tecnocrati europei), tifo financo per la scalata Unipol alla Banca nazionale del lavoro; scalata insidiata dagli spagnoli. Come dice l'economista Ivo Tarolli «anche l'Unipol va bene a questo Paese. Non mi importa sia di sinistra. E' radicata, è sul territorio, ha creatività». Voglio dire: se la partita sarà corretta vinceranno i nostri. Ma non mi faccio illusioni: il denaro è lo sterco del Diavolo".
Già, lo sterco del Diavolo: parole Sante, caro Pirondini. Che poi intervista Mario Maestroni per mettere il classico "tacòon", il quale - come sempre - risulta peggior del buso.
La cosa a se stante di Mario Maestroni
Chiede il marcescibile Pironda: “Presidente Maestroni, la capogruppo ex Lodi (saldamente nella bufera) è una cosa, la Popolare di Cremona un'altra. Voglio dire: sono gestioni diverse ancorché parallele. E' una lettura corretta?” Risponde trionfante l'imboccato Mario Maestroni: “<Direi di sì. La nostra banca benché facente parte di un gruppo di quasi mille sportelli, è una cosa a se stante». Subito aggiunge Pirondini:” Con una attenzione al (proprio) territorio che resta una prerogativa essenziale, una priorità...”.
Toccava al Maestroni fare questa affermazione, poichè le priorità della Banca non dovrebbe deciderle il direttore del giornale, ma il Pironda viene trascinato dall'entusiasmo trionfale: poteva lasciarsi scappare l'occasione di dimostrare la sua fedeltà, addirittura interpretando la buona volontà del Presidente della Pop che è anche il suo Presidente?
Arriva però la vicenda spinosa delle spese addebitate sui conti correnti dei clienti, che pare la vera motivazione di questa intervista. E risponde il Maestrone: “Occorre una spiegazione. Anzitutto va detto che queste spese sono state decise direttamente dalla capogruppo (Bpi, ex Lodi, ndr.) per tutte le banche del gruppo, tacendole transitare direttamente sui conti correnti.(...) «Non appena siamo venuti a conoscenza dell'accaduto, abbiamo dato mandato alla Direzione generale di rendere immediatamente disponibile alla clientela lo storno delle spese reclamate in quanto ritenute non giustificate. Possiamo dunque affermare che la situazione esistente e del tutto normale».
Evviva dunque la competenza e la diligenza del Presidente, del Consiglio di Amministrazione, dell'Amministratore delegato e del Direttore che si sono accorti poi. Magari quando Fiorani stava finando in galera. Ma che bravi! Ed evviva soprattutto la acclamata, nelle righe iniziali, autonomia decisionale della “cosa a se stante” dove si subisce per poi dire "ahi".
Ma a chi la si vuole dare d’intendere, caro Maestroni? Lui è alle stanghe della carozza ed ogni sera che fu e che viene ringrazi per la biada abbondante: le briglie - accolte trionfalmente - furono tirate da Fiorani e saranno, in ogni caso, governate da Lodi. Che è padrona.
Popolare di Cremona - Popolare di Lodi: accordo di partnership firmato il 17 aprile 2003, documento umoristico (o tragico?)
Il Consiglio di amministrazione della Banca Popolare di Cremona S.c.arl. (“Banca Popolare di Cremona” ovvero “BPCR”), presieduto dal Presidente dott. Carlo Gosi, ed il Consiglio di amministrazione della Banca Popolare di Lodi S.c.ar.l. (“Banca Popolare di Lodi” ovvero “Bipielle”), presieduto dal Presidente dott. Giovanni Benevento, nella seduta odierna (17 aprile 2003) hanno approvato all’unanimità il protocollo di intesa che sancisce i termini dell’alleanza strategica tra i due istituti avviando il processo di inserimento della BPCR nel Gruppo Bipielle.
| Praticamente fumo negli occhi i "Patti Chiari" della Banca Popolare di Cremona
Per raggiungere l’obiettivo di favorire lo sviluppo di un sistema di relazioni positivo e moderno tra banche e società è stato costituito un soggetto autonomo rispetto ad ABI, avente forma di consorzio fra tutte le banche. Si tratta del Consorzio Patti Chiari. A questo Consorzio ha aderito anche la Banca Popolare di Cremona nell'ottobre del 2003.
Che obiettivi si propone il progetto? Leggiamo nel documento ufficiale: “L’adesione delle banche al Consorzio è volontaria ed è condizionata al rispetto di procedure standardizzate predefinite per le singole iniziative. Tali procedure sono costituite da una serie di regole che, descritte in appositi protocolli, definiscono sia gli aspetti organizzativi procedurali, sia gli aspetti di comunicazione e le modalità di relazione che i dipendenti dovranno adottare. La serietà dell’impegno che è stato intrapreso è testimoniata dalla certificazione delle iniziative. Come dimostrazione di reale correttezza nei confronti della clientela, il processo di certificazione (ovvero il controllo della effettiva e puntuale realizzazione delle iniziative) è stato affidato a soggetti terzi indipendenti. Il marchio “PattiChiari” potrà essere adottato dalle banche nei confronti della clientela solo per le iniziative per le quali hanno ottenuto la certificazione. Una volta ottenuta la certificazione questa è sottoposta a revisione periodica".
Se tutto questo è vero, perchè alla Banca popolare di Cremona sono avvenuti episodi nei confronti della clientela che sembrano in contrasto con i doveri ed i controlli sopra descritti?
La risposta è semplice. Il certificato sottoscritto dalla Banca Popolare di Cremona con il Consorzio Patti Chiari " riguarda soltanto "Un“manifesto ”dei criteri generali con cui le banche valutano la capacità di credito delle piccole e medie imprese e alcuni primi elementi per iniziare a costruire un business plan aziendale".
Tutto qui. Niente impegni per gli elenchi delle obbligazioni a basso rischio, niente Linee guida per le obbligazioni bancarie strutturate, niente c/c a confronto ovvero informazioni trasparenti, chiare, dettagliate e comparabili tra i conti correnti bancari, niente servizio sulla disponibilità di assegni ovvero un modo di comunicare in maniera trasparente e sistematica i tempi reali di disponibilità delle somme depositate con assegni (le somme versate sono disponibili in tempi certi, chiari e, soprattutto, in un minor numero di giorni lavorativi rispetto a oggi), infine nessun modo per le piccole imprese di confrontare i tempi medi di decisione di ogni banca, secondo uno schema omogeneo classificato per regione e per dimensione del fido.
Ben ridotti, dunque i "Patti Chiari" per le imprese del territorio cremonese. Che godono di questa ulteriore autonomia di quella che una volta tanto a ragione il presidente Mario Maestroni definisce "Una cosa a se stante". |
Valenza industriale - L’alleanza strategica tra la Banca Popolare di Cremona e la Banca Popolare di Lodi, grazie alle competenze distintive apportate da ciascun partner, porterà alla nascita di uno dei più importanti gruppi bancari della Lombardia con leadership di mercato nelle province di Cremona e Lodi e nei distretti economici che ruotano intorno alle due province. L’aggregazione tra i due istituti consentirà al Gruppo Bipielle di rafforzare la presenza nella zona orientale della Lombardia, disponendo di un collegamento strategico con la rete commerciale del Gruppo presente nel Nord Est del Paese grazie ad alcune filiali della Banca Popolare di Lodi e alla Banca Popolare del Trentino, Banca Popolare di Mantova e Banca Bipielle Adriatico.
L’inserimento dell’Istituto cremonese nel Gruppo Bipielle avverrà secondo una logica tesa, da un lato, al mantenimento del massimo presidio sul territorio di radicamento e, dall’altro, alla possibilità di sfruttamento delle sinergie derivanti dalla creazione di una realtà bancaria di maggiori dimensioni. Alla BPCR competerà, nel contesto del Gruppo Bipielle, il compito di presidiare il territorio e lo sviluppo commerciale nelle aree di competenza, mantenendo la necessaria autonomia gestionale. L’ingresso nel Gruppo Bipielle consentirà, inoltre, alla Banca Popolare di Cremona di continuare a sostenere lo sviluppo dell’economia locale. A tal fine verrà predisposto lo stanziamento di un plafond di 100 milioni di euro a favore di nuove iniziative sul territorio di riferimento e un plafond di 50 milioni di euro per il sostegno all’occupazione; parallelamente verranno avviate iniziative mirate, a condizioni particolarmente competitive, a favore delle PMI del territorio.
Il protocollo d’intesa sottoscritto tra le parti prevede il mantenimento degli attuali livelli occupazionali della Banca Popolare di Cremona con la possibilità di sviluppare, solo su base volontaria, percorsi di carriera all’interno delle società del Gruppo Bipielle. È prevista inoltre l’assunzione di nuove risorse residenti sul territorio locale da inserire nella BPCR per supportare lo sviluppo di un piano commerciale che porterà all’apertura di nuove filiali nell’area di radicamento storico.
Il presidio localistico della Banca Popolare Cremona e le connesse autonomie di coordinamento saranno garantite dal mantenimento della sede sociale e direzione generale della banca nella città di Cremona, dal mantenimento della proprietà e dell’utilizzazione dei marchi e degli altri segni distintivi che attualmente contraddistinguono l’operatività della Banca Popolare Cremona e dall’assegnazione della gestione in autonomia delle funzioni commerciali e creditizie, compresa la stesura e la verifica degli obiettivi di budget.
L’ingresso nel Gruppo Bipielle consentirà alla Popolare Cremona di beneficiare di significative sinergie manageriali, tecnologiche, finanziarie e di mercato e di economie di scala derivanti dall’ingresso in un gruppo nazionale in grado di offrire con le proprie società prodotto una vasta gamma di prodotti e servizi che spaziano dal risparmio gestito alla bancassurance, dal credito al consumo al merchant banking, dal leasing al real estate. La nuova struttura operativa del Gruppo Bipielle - La Banca Popolare di Cremona è stata costituita nell'agosto del 1865 ed è l'istituto di credito "storico" della provincia di Cremona. Negli ultimi anni, oltre a rafforzare la propria presenza sul territorio cremonese, ha esteso l’operatività anche alle province di Bergamo, Brescia, Milano, Mantova, Verona, Parma, Piacenza e Roma. L’istituto cremonese si avvale della collaborazione di 553 dipendenti e di una rete commerciale di 69 sportelli, che non presenta sovrapposizioni geografiche con quella del Gruppo Bipielle che disporrà complessivamente di 921 filiali e 9.300 dipendenti.
L’accordo di partnership consente quindi al Gruppo Bipielle di portare avanti con coerenza il progetto di sviluppo prefissato nel piano strategico, che prevede il raggiungimento di una rete distributiva di almeno 1.000 filiali entro il 2003, in virtù anche del piano di rafforzamento patrimoniale che offrirà al Gruppo basi solide per continuare a crescere su tutto il territorio nazionale consolidando la posizione tra i primi 10 poli bancari nazionali . Caratteristiche dell’operazione - L’operazione prevede l’impegno da parte della Banca Popolare di Lodi S.c.ar l. a promuovere un’offerta pubblica d’acquisto e di scambio (Opas) totalitaria e volontaria, ai sensi degli artt. 102 e 106, 4° comma D.Lgs 58/98, rivolta a tutti gli azionisti della Banca Popolare di Cremona S.c.ar l. sull’intero capitale, rappresentato da n. 33.585.526 azioni ordinarie. Il corrispettivo dell’Offerta è fissato in 20 Euro per ciascuna azione ordinaria BPCR apportata da corrispondersi in: 6,70 Euro per azione ordinaria, pari al 33,50% del controvalore offerto, in contanti; 6,65 Euro per azione ordinaria, pari al 33,25% del controvalore offerto, in azioni ordinarie della Banca Popolare di Lodi di nuova emissione, godimento 1/1/2003 valorizzate, cinque giorni di calendario prima della data di regolamento dell’Offerta ovvero dalla data di inizio del periodo di Offerta (la “Data di Determinazione”), in base alla media ponderata dei prezzi delle azioni ordinarie della Banca Popolare di Lodi degli ultimi tre mesi precedenti la Data di Determinazione (la "Valorizzazione"), purché successivi alla data di stacco del diritto di opzione relativo ad eventuali aumenti di capitale o, nel caso in cui la data di stacco del predetto diritto di opzione cada nel suddetto periodo di tre mesi, rettificati in base ai coefficienti di correzione calcolati dell’Associazione Italiana Analisti Finanziari (AIAF). Resta inteso, tuttavia, che qualora la Valorizzazione fosse inferiore al prezzo di emissione delle azioni di nuova emissione che risulterebbe applicando i criteri imposti dall’art. 2441 cod. civ., la Banca Popolare di Lodi si è impegnata a pagare la differenza (la "Differenza") in azioni ordinarie della Bipielle stessa esistenti, valorizzate in base alla Valorizzazione; 6,65 Euro per azione ordinaria, pari al 33,25% del controvalore offerto, in obbligazioni della Banca Popolare di Lodi di nuova emissione della durata di 36 mesi al tasso Euribor 3 mesi + 50 centesimi con cedole trimestrali posticipate, quotate in un mercato regolamentato dell’Unione Europea. Bipielle assegnerà a ciascun aderente, indistintamente ed a titolo personale, un diritto a vendere a Bipielle stessa, che si obbliga a riacquistare, ciascuna obbligazione in corrispondenza del pagamento di ciascuna cedola e per tutta la durata del prestito, ad un prezzo pari al valore nominale maggiorato del rateo di interessi maturato. Tale diritto è personale e incedibile. L’esito dell’operazione, soggetta alle autorizzazioni delle autorità competenti, sarà subordinata al verificarsi delle seguenti condizioni: che, alla chiusura del periodo di Offerta, le adesioni risultino tali da consentire all’offerente di detenere almeno n. 17.128.619 azioni ordinarie di BPCR, pari al 51% del suo capitale sociale; che in caso di raggiungimento del 51%, l’Assemblea straordinaria della BPCR approvi la trasformazione della BPCR in società per azioni, nonché l’adozione di un nuovo statuto; che le delibere assembleari di cui sopra vengano iscritte ed autorizzate dalle competenti Autorità, nonché siano state ottenute le altre autorizzazioni propedeutiche all’Offerta, di guisa da divenire pienamente efficaci. La Banca Popolare di Lodi si è inoltre impegnata, nel caso in cui a seguito dell’Offerta venga a detenere una quota di partecipazione in BPCR superiore al 90% delle azioni ordinarie di BPCR, a promuovere un’offerta pubblica residuale ai sensi dell’art.108 del TUF, al fine di determinare la revoca della quotazione del titolo BPCR. Qualora a seguito dell’Offerta, ovvero dell’eventuale offerta residuale, venga a detenere una quota di partecipazione in BPCR superiore al 98% delle azioni ordinarie di BPCR, la Banca Popolare di Lodi si è impegnata ad acquistare le azioni residue ai sensi dall’art. 111 del TUF. Fondazione Banca Popolare di Cremona - Il Protocollo prevede la costituzione di una Fondazione denominata “Fondazione Banca Popolare di Cremona”, che avrà il compito di svolgere la propria attività sul territorio di radicamento storico perseguendo fini esclusivamente benefici e di assistenza ed utilità sociale, culturale ed artistica a favore della comunità locale.
Alla Fondazione verrà assegnato un fondo di dotazione pari a 3 milioni di Euro, parte del quale sarà destinato ad acquisire una quota dello 0,1% del capitale della Banca Popolare di Cremona post trasformazione.
La Fondazione rappresenterà la controparte dei patti parasociali con la Banca Popolare di Lodi e si farà garante dell’attuazione della corporate governance della Banca Popolare di Cremona S.p.A.. Corporate governance della Banca Popolare di Cremona S.p.A. - La Fondazione si farà altresì garante del mantenimento dell’identità locale della BPCR, anche attraverso il meccanismo di designazione degli amministratori: per il rinnovo del Consiglio di amministrazione, dei 19 membri 15 verranno scelti tra personalità provenienti dalle aree di radicamento storico della BPCR di cui 7 designati dalla Fondazione e 8 scelti dal socio di maggioranza nell’ambito di una rosa di nominativi proposti dalla Fondazione stessa. I restanti 4 membri verranno scelti dalla Bipielle. |
| | | | |
| | |
| |
| | | |
|